Giuliano Giubilei, “Una vita da maestro”

di Stefano Ragni – In una cornice di festosa atmosfera il sindaco di Deruta Michele Toniaccini ha accolto nella piazza dei Consoli il folto pubblico venuto a godersi un pomeriggio musicale sostenuto dalla orchestra giovanile regionale dedicata alla memoria di Nicola Rossi.

L’occasione di un appuntamento di alta qualità umana e civile era offerto dalla cerimonia di premiazione “Una vita da maestro” che il suo ideatore Carlo Segoloni ha organizzato in collaborazione con la Fondazione Sant’Anna di Perugia, rappresentata, in pedana, dal suo presidente Roberto Stefanoni.

La targa “Una vita da maestro”, qualcosa di assolutamente simbolico che ricorda la sobrietà delle antiche cerimonia olimpiche, è stato istituito anni fa da Segoloni, quando era direttore della scuola comunale di Todi.

Roman Vlad

«Avemmo allora un coraggio inaudito – ricorda Segoloni al microfono – quando invitammo per la prima edizione del premio Roman Vlad, uno dei protagonisti della vita musicale del Novecento europeo. Il riconoscimento, nelle nostre idealità, era di segnalare quanti, nel mondo della formazione e della didattica musicale, avevano operato a favore delle giovani generazioni di musicisti umbri. Sapendo che Vlad aveva insegnato al Conservatorio di Perugia negli anni ’70 ci sembrò possibile sperare in un suo consenso. E grande fu la mia sorpresa e quella dei miei collaboratori quando vedemmo un Vlad commosso e grato di questo piccolo omaggio a quanto aveva seminato nei suoi cinque anni di docenza nella istituzione allora in via Fratti».

Da allora molti operatori della cultura musicale hanno ricevuto l’omaggio di “Una vita da maestro”. Basti pensare al venerando Elio Maestosi, per anni didatta di pianoforte a Terni, avendo tra i suoi discepoli anche la prestigiosa Cristiana Pegoraro, e a Liliana Pannella, che si fece accompagnare al comunale tuderte dal fratello Marco. Condividendo con lui i ricordi della sua fattiva partecipazione alle vicende della statalizzazione del Conservatorio Morlacchi.

Trasferito il premio nella città natale, Segoloni, in piena concordia con l’amministrazione comunale, ha condiviso con la Fondazione Sant’Anna la gestione di una manifestazione che parte dai giovani musicisti e ai giovani ritorna, in un ininterrotto processo di dare e avere, misurarsi e crescere insieme che è la sostanza del mestiere di musicista.

«In questo processo – ha ricordato il presidente Stefanoni – la Fondazione Sant’Anna, nella piena rispondendo ai dettami del dirigente scolastico Nicola Rossi, il primo ad mettersi su questa strada, convoglia le sue attenzioni verso le scuole medie a indirizzo musicale e i licei analoghi, realizzando la formazione di una orchestra sinfonica che raccoglie ragazzi dai tredici ai diciassette anni. Proprio stamane eravamo al Capitini di Perugia a distribuire borse di studio per la non lieve cifra di sessantamila euro. Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi un ulteriore sacrificio, ed eccoci qui in piazza a Deruta per confermare il nostro impegno».

Dopo che la sinfonica Rossi, diretta da Giovanni Sannipoli, aveva offerto il meglio del suo repertorio. Controdanze di Beethoven e suite Arlesiana di Bizet, con una eccezionale flautista al leggio, si è proceduto alla premiazione.

La prima “Vita da maestro” è stata assegnata a Giuliano Giubilei, uno dei volti più conosciuti della televisione italiana. La motivazione della dedica è, naturalmente, per le sue funzioni di presidente del Festival delle Nazioni di Città di Castello, un cartellone che da cinquantino anni è la vetrina internazionale dell’Umbria.

«Con questa ultima edizione – ha dichiarato Giubilei – chiudiamo il ciclo delle celebrazioni della Grande Guerra. Abbiamo aperto con l’Armenia, in ricordo del genocidio che ebbe luogo proprio durante il conflitto europeo, e abbiamo proseguito con Austria, Francia, Germania. Chiudiamo con la repubblica Ceca e con la prestigiosa musica boema, ma vorrei ricordare anche le nostre aperture al mondo dei giovani, sia con i corsi strumentali, che con il premio di musica da camera dedicato ad Alberto Burri. Anzi mi auguro che da questa orchestra che ho sentito qui in piazza, possa scaturire una formazione che si presenterà alla nostra competizione. Se la musica è strumento di pace e di crescita sociale, noi a Città di Castello stiamo facendo il massimo».

Ulteriori passaggi in pedana hanno poi visto avvicendarsi gli altri premiati di “Vita da maestro”.
A cominciare da Giovanna Petrucci, storica docente di pianoforte del Morlacchi, salutata telefonicamente da San Francisco dalla sua ex-allieva Laura Magnani, oggi residente negli Usa, e Patrizio Bicini, clarinettista, che è stato insignito della targa proprio dal sindaco Michele Toniaccini, suo antico discepolo dello strumento.

E’ stata poi la volta di Salvatore Silivestro, compositore, direttore di coro e d’orchestra, che oggi riveste la prestigiosa posizione di presidente nazionale dell’A.Gi.Mus, l’organismo che convoglia la sua operatività nell’ambito della diffusione della musica in ambiente dell’età formativa.

«Ho ricevuto tanti anni fa da Valentino Bucchi, il fondatore dell’A.GiMus, un mandato che oggi onoro con orgoglio e con spirito di dedizione – ha dichiarato Silivestro -. Recentemente, con la creazione dell’orchestra giovanile di Perugia, ho posto in atto anche concretamente la nascita di una formazione integralmente giovanile, che per molti dei nostri ragazzi è anche occasione pressoché unica di esperienza concreta».

A chiusura del pomeriggio, mentre il sole aveva ormai irrorato tutta la piazza, il pubblico si è goduto l’esibizione di uno dei più geniali musicisti uscito dai corsi di Patrizio Bicini: si tratta di Gabriele Mirabassi, uno dei protagonisti internazionali della modern-music per clarinetto.
Suona un Patricola rivendicando all’artigianato musicale italiano un orgoglioso primato di contemporaneità. Ma soprattutto cava dallo strumento quella estrosa e fantasmagorica rete di seduzioni musicali che condivide, da vero e modesto “grande musicista” coi giovanissimi dell’orchestra Rossi.

Al culmine di una presenza solistica che ha esaltato pagine rutilanti della musica brasiliana, Mirabassi si è ritagliato un fuori programma da mozzafiato, con virtuosismi iridescenti e una presenza virtuosistica senza pari.
Un futuro premio “Una vita da maestro” se non fosse ancora così giovane. Conclude Segoloni: «Ho portato con vera soddisfazione questo premio nella mia città che, non dimentichiamolo, figura in tutte le storie delle musiche del mondo per un personaggio come Girolamo da Diruta, musico e teorico studiato da tutti. Il collegamento con la Fondazione Sant’Anna, dopo sei anni di premio, ci assicura oggi una operatività che non avremmo potuto avere da soli. Il sostengo dell’amministrazione comunale ci è preziosa e intendiamo valorizzarla al massimo. Il futuro è già vicino e non ci troverà impreparati, soprattutto se musicisti straordinari come Gabriele Mirabassi continueranno ad esserci generosamente vicini».

Appuntamento a domenica 3 giugno qui a San Francesco quando Segoloni dirigerà il suo coro Girolamo da Diruta nella Petite Messe Solennelle di Rossini, il contributo che la capitale della ceramica offre alle celebrazioni dei 150 anni della morte del grande pesarese.

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